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Fecondazione in vitro: metodiche innovative e aumento delle percentuali di successo

Fecondazione in vitro

Percentuali di successo in sensibile aumento grazie all’impiego di tecniche di fecondazione in vitro all’avanguardia

La fecondazione in vitro racchiude tutto un insieme di tecniche di medicina della riproduzione volte ad aiutare le coppie che non riescono a concepire un figlio spontaneamente. Si tratta di metodiche che permettono di realizzare in laboratorio ciò che naturalmente avverrebbe all’interno del corpo della donna: l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovocita e lo sviluppo di un embrione vitale.

FECONDAZIONE IN VITRO: FIVET-ICSI-PICSI

Le tecniche di fecondazione in vitro sono essenzialmente due:
-FIVET (Fecondazione in vitro ed embryo-transfer)
-ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) e la sua variante PICSI con selezione naturale dello spermatozoo con acido ialuronico

Fonte https://www.livescience.com

Le coppie che ricorrono ad una fecondazione in vitro vengono accompagnate in un percorso fatto di 3 tappe principali, che possiamo schematicamente riassumere in:

 

1-preparazione alla fecondazione in vitro: stimolazione dolce delle ovaie

Con un piano terapeutico specifico, si mira ad ottenere una crescita multipla dei follicoli e dunque la possibilità di recuperare più ovociti.

La stimolazione ovarica non è obbligatoria: ci sono infatti casi in cui è preferibile, per ragioni mediche o per scelta della paziente, programmare una fecondazione in vitro sul ciclo naturale della donna, pertanto al massimo si otterrà un singolo ovocita da inseminare.

Nelle donne che presentano una ridotta riserva ovarica, può essere utile impostare un trattamento di rivitalizzazione ovarica, propedeutico alla programmazione della procreazione medicalmente assistita (PMA): si tratta di una metodica innovativa che sfrutta la capacità dei fattori di crescita derivati dalle piastrine (PDGF) di indurre una rigenerazione tissutale ed una riattivazione dei follicoli ovarici dormienti. In tal modo, le ovaie tendono a rispondere in modo più soddisfacente alla stimolazione ovarica.

La terapia di stimolazione ovarica, impostata sui principi della medicina integrata, ha una durata di una decina di giorni, durante i quali si monitora da un punto di vista ecografico ed ormonale lo sviluppo dei follicoli che poi saranno aspirati durante il pick-up ovocitario.

 

 

2-fecondazione in vitro: prelievo ovocitario

Quando i follicoli raggiungono la dimensione giusta (>17mm), c’è il triggering dell’ovulazione, ossia la somministrazione di hcg che determina la maturazione dei follicoli.

Dopo circa 36 ore si effettua il prelievo ovocitario (pick-up): si procede, sotto anestesia locale + sedazione in modo del tutto indolore, alla puntura dei follicoli ovarici e all’aspirazione del liquido follicolare che verrà esaminato in laboratorio per la ricerca degli ovociti.

Gli ovociti biologicamente maturi verranno sottoposti a fertilizzazione mediante FIVET o ICSI/PICSI.

Nella FIVET gli ovociti e gli spermatozoi vengono posti a contatto e si attende che la fecondazione avvenga spontaneamente, mentre nella ICSI è il biologo a selezionare un singolo spermatozoo da iniettare all’interno del singolo ovocita (nella PICSI si ha la selezione naturale dello spermatozoo mediante acido ialuronico).

Fecondazione in vitro: FIVET & Fecondazione in vitro: ICSI

 

3-fase finale della fecondazione in vitro: embryo-transfer

Trascorsi 3-5 giorni dalla fecondazione in vitro, si procede con il trasferimento in utero degli embrioni evolutivi (al massimo 3 secondo normativa). Il dosaggio ematico del betahcg dopo circa 2 settimane dall’embryo-transfer ci dirà se la fecondazione in vitro ha avuto successo e se una nuova vita si sta sviluppando nel grembo materno.

FECONDAZIONE IN VITRO: PERCENTUALI DI SUCCESSO IN AUMENTO GRAZIE AD UNA SINERGIA DI MEDICINA ACCADEMICA, MEDICINA INFORMAZIONALE E MEDICINA RIGENERATIVA

Il Centro Clinico San Carlo di Torino da anni porta avanti una tipologia di fecondazione in vitro dolce con l’ausilio della medicina integrata, della medicina informazionale e della medicina rigenerativa, una combinazione di tecniche innovative che hanno dato e continuano a far nascere splendidi bambini che, probabilmente non sarebbero mai nati.

 

Gli elementi che il Prof. Menaldo da sempre identifica come fondamentali per aiutare le coppie a raggiungere l’obiettivo di diventare finalmente genitori sono:

  • personalizzazione del progetto terapeutico: ogni donna è diversa dall’altra e ciascuna va trattata in modo mirato, con l’obiettivo di ottenere ovociti di buona qualità biologica ed aumentare quindi le percentuali di successo;
  • medicina integrata: alla medicina accademica che prevede l’uso di gonadotropine nella stimolazione ovarica, si affiancano la fitoterapia e la medicina “low dose”. Il risultato è una terapia che rispetta la fisiologia della donna, senza eccessi ed effetti indesiderati;
  • medicina informazionale: perché l’organismo femminile non rigetti l’embrione e anzi ne accetti l’impianto, è stata messa a punto una innovativa tecnica biofisica che permette la trasmissione del segnale bioenergetico del partner maschile al corpo della donna. Questo consente al liquido seminale di non essere trattato come estraneo, ma di essere riconosciuto dall’ovocita prima e dall’utero poi come “self”: ciò si traduce in una corretta fertilizzazione dell’ovocita ed in una aumentata probabilità di impianto dell’embrione che si genera;
  • medicina rigenerativa: i recenti studi pubblicati dal Prof. Menaldo in sedi congressuali internazionali dimostrano che due sono le procedure di medicina rigenerativa che devono essere valorizzati, in quando capaci di aumentare sensibilmente le percentuali di successo di un ciclo di fecondazione in vitro, anche nelle coppie che hanno avuto ripetuti fallimenti FIV. In particolare: rivitalizzazione delle ovaie e dell’endometrio mediante fattori di crescita derivati dalle piastrine (PDGF) e scratching dell’endometrio con ricerca dei linfociti natural killer (NK).

Si raggiungono percentuali di successo che superano il 42% di gravidanze in donne sotto i 38 anni ed il pregnancy rate combinato in 2 tentativi è del 70-72%. Al di sopra dei 39 anni, tali percentuali si riducono, ma si segnala un soddisfacente aumento delle probabilità di gravidanza in donne in avanzata età riproduttiva che si sottopongono preliminarmente a trattamenti di riattivazione ovarica.