Articolo su Donna Moderna del 8/9/2004: “La menopausa? Non fa più paura”
La menopausa? Non fa più paura
Per vivere meglio questa fase, abbiamo molti alleati, dalle cure convenzionali a quelle dolci. Fai il test e scoprirai qual è la cura giusta per te.
Molte donne hanno paura della terapia ormonale sostitutiva (TOS). Otto donne su dieci, quando entrano in menopausa, chiedono al medico altre soluzioni. Infatti la TOS è necessaria solamente nel 30% dei casi.
“Serve soprattutto , quando disturbi come vampate e depressione sono molto intensi” come spiega Giovanni Menaldo Direttore dell’Istituto di Medicina della Riproduzione e Psicosomatica SanCarlo-Ipog di Torino. “Ma non è l’unica cura: oggi, il ginecologo ha a disposizione anche preparati di origine naturale di provata efficacia”
La scelta della terapia viene fatta dallo specialista dopo un accurato check up. Ma anche da sola puoi fare un identikit della tua menopausa: rispondi alle domande qui sotto, somma i si e leggi i consigli degli esperti.
Che sintomi hai
1. Vampate e sudorazioni intense e frequenti si no
2. Infezioni ricorrenti, prurito, secchezza vaginale si no
3. Irritabilità, sbalzi di umore, difficoltà di concentrazione si no
4. Insonnia si no
5. Depressione si no
6. Rischio di osteoporosi si no
7. Pressione elevata: oltre 140 max e oltre 90 min. si no
8. Colesterolo : superiore a 220 si no
Quando serve la terapia sostitutiva
( 3 donne su 10 hanno disturbi che solo gli ormoni possono risolvere)
Se hai risposto si ad almeno quattro domande, dovresti seguire la terapia ormonale sostitutiva. Difficili da sopportare le vampate di calore, l’insonnia o la depressione che ti toglie ogni tipo di desiderio. La TOS risolve questi problemi perché ripristina una situazione ormonale simile a quella che c’era prima della menopausa. Il medico ti prescriverà il cerotto transdermico o la crema a rapido assorbimento. Saranno necessari tre anni di cura per far ritrovare al tuo organismo il giusto equilibrio. Le ricerche hanno dimostrato che per i primi cinque anni di cura, il rischio di tumore è pressochè inesistente.
La TOS non protegge dall’osteoporosi. Se hai qualche problema aggiungi un farmaco specifico. Il più nuovo è il risedronato (Optinate, Actonel) che già in sei mesi riduce notevolmente il rischio di fratture.
Quando sono sufficienti i fitoestrogeni e rimedi verdi
(5 donne su 10 possono superare ogni problema con la medicina alternativa)
Se hai risposto si al massimo a tre domande, la soluzione per te può essere la medicina naturale.
Se hai le vampate e sei spesso stanca, prova la Cimifuga racemosa. (20 gocce al giorno o una capsula, sono la dose ideale).
Se oltre ai classici sintomi, sei a rischio di malattie cardiovascolari, sono indicati i fitoestrogeni della soia. Formulazioni più recenti contengono anche erbe che aiutano a combattere la tristezza, l’irrequietezza e l’insonnia. Qualche nome: Bioestril rosso e blu, Ginestin, Rinnova.
Se sei a rischio osteoporosi prova la Maca, pianta peruviana. Anche le cure naturali devono durare qualche anno, ma non hanno effetti collaterali, e non creano problemi se si assumono altri farmaci.
Quando è sufficiente la riflessologia
(2 donne su 10 non si accorgono di essere entrate nel periodo critico)
Se hai risposto si neppure ad una domanda, non hai bisogno di nessuna cura. E’ sufficiente qualche soluzione di emergenza quando non ti senti bene. Per esempio vestirsi a strati, in modo da togliere facilmente gli indumenti quando sopraggiunge la vampata di calore.
Preferire la doccia al bagno caldo. E se hai sensazione di vertigine e palpitazione, calore, ricorri alla reflessologia. Per irritazioni e secchezza delle parti intime consuma ogni mattina 100 grammi di mirtilli freschi perché combattono le infiammazioni e per mantenere sane le ossa mezz’ora al giorno di sole, logicamente quando si può. I raggi UV aiutano ad assorbire la vitamina D. E per controllare il colesterolo: una mela al giorno: contiene pectina, una fibra che lo cattura e lo elimina.
Articolo tratto da Donna Moderna per il mese della prevenzione 8/9/2004
Intervista al Prof. Giovanni Menaldo